Dal 2026 scatta la nuova imposta su spedizioni dall’estero sopra i 22 euro: corrieri incaricati della riscossione, più controlli e trasparenza per gli acquisti online.
L’evoluzione del commercio elettronico in Italia continua a essere accompagnata da novità normative di rilievo, in particolare per quanto riguarda la tassazione degli acquisti effettuati tramite shopping online. A partire dal 1° gennaio 2026, infatti, entrerà in vigore una nuova disciplina fiscale che interesserà direttamente i consumatori italiani, con l’introduzione di una tassa sui pacchi provenienti dall’estero e destinati a privati cittadini.
Nuove regole fiscali per lo shopping online dall’estero
L’obiettivo principale di questa misura è quello di contrastare l’evasione fiscale e garantire una maggiore equità tra i commercianti italiani e gli operatori internazionali. Fino ad oggi, molti acquisti effettuati su piattaforme straniere venivano spediti senza applicazione di imposte o con una tassazione limitata, lasciando un ampio margine di perdita per il fisco nazionale.
Con la nuova normativa, ogni pacco consegnato in Italia, che superi una soglia di valore stabilita, sarà soggetto a una tassa doganale e all’applicazione dell’IVA secondo le aliquote vigenti nel nostro Paese. Sarà inoltre introdotto un sistema di tracciamento più rigoroso, che permetterà all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia delle Dogane di monitorare con maggiore efficacia i flussi di importazione.
La normativa stabilisce che la tassa si applicherà ai pacchi il cui valore superi i 22 euro, un limite che interessa una larga parte delle spedizioni internazionali. Per importi inferiori, invece, resterà valida l’esenzione, mantenendo così un equilibrio tra tutela del consumatore e necessità di controllo fiscale.

Shopping online: arrivano le tasse – Ec2.it
Il pagamento della tassa sarà affidato ai corrieri e ai servizi postali, che agiranno da sostituti d’imposta, trattenendo l’importo dovuto al momento della consegna o prima di effettuare la spedizione. Questa modalità mira a semplificare l’adempimento per i consumatori, evitando lunghe procedure di rimborso o di dichiarazione fiscale.
Le associazioni di categoria e i consumatori si stanno già confrontando con le possibili conseguenze di questa novità. Da un lato, la tassa sui pacchi potrebbe comportare un aumento dei costi per gli utenti finali, che potrebbero decidere di ridurre gli acquisti su piattaforme estere o di privilegiare i negozi nazionali.
Dall’altro lato, l’adeguamento delle regole potrebbe favorire una maggiore trasparenza e una competitività più equa tra i diversi operatori, incentivando una crescita sostenibile del settore e un miglioramento della qualità del servizio.
Le piattaforme di shopping online, in particolare quelle internazionali più grandi come Amazon, Alibaba e eBay, stanno già aggiornando i propri sistemi per adeguarsi alle nuove disposizioni, integrando nelle interfacce di acquisto la possibilità di calcolare in anticipo le imposte e fornendo informazioni più dettagliate ai clienti.
Il governo italiano sta monitorando attentamente l’applicazione della nuova tassa, prevedendo una fase di valutazione per eventuali aggiustamenti che possano migliorare l’efficienza del sistema e limitare gli effetti negativi per i consumatori.
Parallelamente, si sta lavorando anche a una possibile armonizzazione a livello europeo per uniformare le regole di tassazione degli acquisti online, favorendo così un mercato digitale unico e più competitivo.
Pacchi tassati - Ec2.it






